Iniziare a scrivere un nuovo romanzo è sempre affascinante: ci sono tante idee che premono per essere messe su carta, c’è la voglia di misurarsi con quelle pagine bianche e di riempirle con avventure dal ritmo serrato e colpi di scena strappalacrime.
A volte, però, sopraggiungono degli ostacoli. Le idee ci sono, sì, ma saranno abbastanza buone? E la trama riuscirà a stare in piedi, o sarà piena di buchi?
Quando i dubbi sono troppi, puoi sentirti bloccato e autocensurarti prima ancora di aver messo giù la prima parola. Un romanzo è qualcosa di grande e importante ed è facile cedere alla paura di non essere all’altezza.
Questa paura è del tutto naturale, soprattutto se sei alle prese con il tuo primo manoscritto. A noi scrittori piace immaginare personaggi e worldbuilding nella nostra testa, ma metterli per iscritto è tutta un’altra cosa.
La pagina bianca è come un muro da scalare. Non saprai se sarai in grado di superarlo finché non ci avrai provato, e non saprai che cosa c’è dall’altra parte finché non sarai arrivato in cima. Allo stesso modo, non puoi sapere se riuscira a portare a termine il tuo romanzo se, almeno, non comincerai a scriverlo. E non saprai se è buono finché non l’avrai concluso (e riscritto, revisionato, eccetera).
Ci sono due tipi di approccio possibili alla prima pagina di un romanzo.
Uno è quello del planner. Il planner è uno scrittore che non verga nemmeno una parola, se prima non ha realizzato scalette accurate dell’intera trama del romanzo. Ha ben chiari i punti di svolta e i colpi di scena, compila schede dei personaggi, pianifica l’intera opera. Solo quando l’architettura del libro è cristallina nella sua mente (e in intere cartelle fisiche e digitali piene di appunti) inizia la stesura vera e propria.
L’altro approccio possibile è quello del panzer. Il panzer inizia a scrivere trascinato dall’entusiasmo di un’idea, da uno stimolo irresistibile, e scopre la trama e i personaggi man mano che li sbozza con il procedere della narrazione. Avrà tempo poi, in fase di revisione, di aggiustare eventuali discrepanze ritmiche, incongruenze e altri difetti inevitabili in una prima stesura.
Io credo di essere un raro caso di planzer, nel senso che non comincio a scrivere se prima non ho stabilito un progetto chiaro, ma ho bisogno di sorprendermi più volte durante la scrittura, inserendo colpi di scena imprevisti e cambiando la caratterizzazione dei personaggi. Mi capita anche di iniziare a scrivere alcune scene che ho immaginato molto bene nella mente, anche scollegate tra loro, e di riempire i buchi in un secondo momento.
L’importante, comunque, è che tu trovi il modo più congeniale per te. Non c’è un metodo più giusto di un altro; l’importante è che adotti quello in grado di farti scrivere la prima parola e dare inizio alla tua avventura.
Ti sei già messo all’opera, ma non sai come continuare? Scopri come finire il tuo primo manoscritto!
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