Prendi una coppia di ladri e artisti della truffa e mettili uno contro l’altro per truccare delle elezioni in una città stato sotto il controllo di potenti maghi. Dopo “Gli inganni di Locke Lamora” e “I pirati dell’oceano rosso“, la serie dei Bastardi Galantuomini firmata dallo statunitense Scott Lynch prosegue con “La repubblica dei ladri“, un volume che si discosta dai precedenti per diversi aspetti. Se non hai ancora letto i volumi precedenti, ti consiglio di non proseguire nella lettura dell’articolo per evitare spoiler involontari.
Ecco la descrizione del romanzo:
Doveva essere il colpo più clamoroso della loro carriera, invece si è rivelato un… clamoroso fiasco. Così Locke e il suo fedele compagno Jean sono riusciti a malapena a salvare la pelle. Almeno, Jean ci è riuscito: Locke sta morendo, avvelenato in modo lento ma inesorabile da una sostanza che nessun alchimista o dottore può combattere. Ma quando la fine sembra ormai vicina, una donna misteriosa offre a Locke un’opportunità che potrà salvarlo, o ucciderlo. Le elezioni del Konseil sono imminenti, e le diverse fazioni hanno bisogno di una pedina da muovere a loro piacimento. Se Locke acconsente a essere quella pedina, con un incantesimo la donna estrarrà il veleno dal suo corpo, anche se l’operazione sarà talmente dolorosa da fargli desiderare la morte. Locke non ci pensa proprio, ma due elementi lo inducono a cambiare idea. Primo, le suppliche di Jean. Secondo, un nome femminile pronunciato dalla maga: Sabetha, l’amore della sua vita, abile e arguta quanto lui, e ora la sua più grande rivale. Locke si è innamorato di Sabetha al primo sguardo, quando era un giovane orfano e apprendista ladro. Ma dopo un corteggiamento tumultuoso, Sabetha se n’è andata. Ora si ritrovano nuovamente uniti in uno scontro. Di fronte all’unica persona che sia in grado di tenergli testa – nel gioco dell’amore e in quello degli inganni – Locke deve scegliere se combattere Sabetha, o sedurla. Una decisione da cui potrebbero dipendere le vite di entrambi.
In questo nuovo libro l’azione adrenalinica dei precedenti viene perlopiù messa da parte per fare spazio agli approfondimenti sul passato dei Bastardi Galantuomini. Finalmente incontriamo Sabetha Belacoros, il primo e unico amore di Locke: i voluti silenzi su di lei mi avevano incuriosita moltissimo e non vedevo l’ora di fare la sua conoscenza.
E proprio la componente romantica assume un ruolo di primo piano. Questo è un cambiamento che giunge un po’ inaspettato, ma non sgradito, soprattutto se paragonato ai momenti di grande crudezza de “I pirati dell’oceano rosso”. I sentimenti di Locke e Sabetha sono i veri protagonisti di questa storia e vengono esplorati anche con punte di grande delicatezza e sensibilità.
Se Locke è la Spina di Camorr, Sabetha è la sua Rosa. I personaggi si dimostrano ancora una volta il punto di forza della storia; attraverso la progressione dei tre volumi è possibile notare un approfondimento sempre maggiore della loro psicologia e una cura raffinata delle loro relazioni.
Sabetha, in particolare, è un personaggio strutturato con cura e definito su più livelli. La sua psiche e le sue motivazioni vengono esplorate nei minimi dettagli, così come il suo rapporto controverso con Locke. Vi ho colto una grande attenzione per la sensibilità femminile e sono facilmente entrata in connessione con questa ragazza. Ben lungi dall’essere una di quelle donne-angelo che infestano spesso i fantasy, Sabetha dimostra invece non solo un’astuzia in grado di rivaleggiare con quella di Locke, ma anche difetti che la rendono molto umana, come l’invidia per l’amicizia tra Locke e Jean e l’incapacità di mettere radici.
Il worldbuilding è minuzioso e in questo libro si amplia mostrandoci più da vicino i maghi di Karthain e le loro arti.
Rispetto ai volumi precedenti, ho trovato più faticoso il narratore onnisciente. Se prima questo tipo di narrazione era sostenuto con un piglio brillante e una voce forte e ironica, adesso l’accento più spiccatamente romantico della storia comporta anche uno stile meno smagliante e propenso alla battuta sagace. Nonostante questo (e nonostante la mole) la lettura è stata scorrevole e veloce.
Merito anche di una trama più semplice e lineare rispetto a quelle dei volumi precedenti. Viene mantenuta l’alternanza tra presente e passato, ma gli intrecci si diradano e la linea temporale passata fa da specchio a quella presente nel mostrare il continuo cercarsi e scontrarsi di Locke e Sabetha. Alcuni aspetti, come la clamorosa rivelazione sul passato di Locke, sono stati gestiti con espedienti economici, ossia l’apparizione di un comodissimo deus ex machina: una maga dell’Alleanza che non si sa bene per quale motivo decide di rovinare una serata dei protagonisti raccontando loro un terribile segreto. Inoltre l’alternanza tra presente e passato in questo caso sembra creare linee narrative non troppo coerenti tra loro, con i due intrecci che rischiano di cannibalizzarsi a vicenda. L’unico collante è la relazione di Locke e Sabetha, che in questo modo assurge a vero argomento del libro, facendo passare gli altri in secondo piano.
Sempre a livello di struttura narrativa, ho trovato poco efficace la scelta di abbassare drasticamente la posta in gioco dopo il primo centinaio di pagine. All’inizio del libro, Locke è in punto di morte; viene curato quasi subito dai maghi dell’Alleanza, che in cambio gli chiedono di truccare delle elezioni per loro. Se questo elemento fosse stato gestito in modo diverso, la tensione della storia ne avrebbe guadagnato. Invece abbiamo l’impressione che Locke non abbia molto da perdere, se non un po’ di amor proprio, anche nel caso in cui la sua missione non andasse come spera.
La serie dei Bastardi Galantuomini non finisce qui; dovrebbero essere previsti altri 4 volumi, ma nessuno di questi è ancora pubblicato. Ogni libro è autoconclusivo, perciò è possibile gustarsi l’avventura dall’inizio alla fine senza restare in sospeso; non per questo attenderò il seguito con meno ansia!
I romanzi di Scott Lynch sono stati una delle scoperte più piacevoli di questo 2021, capaci di catturarmi fin dalle prime pagine grazie al carisma del suo protagonista. Mi è bastato un istante per cominciare ad amare Locke e il suo mondo e non vedo l’ora che l’autore ci delizi con altre avventure!